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I tassi di cambio 2013 della BCE

tassi di cambio 2013 della BCE

Buone notizie sul fronte economico: i tassi di cambio 2013 della BCE restano invariati, assestandosi ad un buon 0,75%. Stando a quanto affermato dal Presidente Mario Draghi, infatti, quanto sta accadendo è un segno di fiducia nei confronti della moneta unica. “I tassi di cambio dovrebbero riflettere i fondamentali dell’economia e, in generale, sia i tassi nominali che reali sono nella media del lungo termine”. Positive, dunque, le aspettative per questo 2013 ancora agli albori: “una certa incertezza economica continuerà a prevalere all’inizio del 2013, ma ci sarà un inizio di ripresa nel corso del 2013”. Certo, gli squilibri e le difficoltà affrontate da molti dei Paesi dell’Eurozona sono ancora lontani dal divenire solamente un ricordo, ma un clima di fiducia e positività potrebbe ben presto cominciare a riempire l’aria grazie all’assestamento dei tassi di cambio 2013 della BCE.

I tassi di cambio 2013 della BCE: invariati per il settimo mese consecutivo

I tassi di cambio 2013 della BCE sono dunque in equilibrio dallo scorso luglio 2012, in seguito a un’ultima variazione dello 0,25%. Da quel giorno, per altri sette mesi, i tassi di cambio 2013 della BCE sono stati sempre confermati e ciò, nelle speranze degli “addetti al settore” si traduce come un avvio di ripresa dell’economia dell’Eurozona.
Certo, i dati sulla disoccupazione continuano a salire, e ancora molto fragile si presenta la situazione nel suo complesso, ma l’inflazione sta rallentando e questo, insieme ad altri numerosi dettagli, fa ovviamente molto ben sperare.

L’euro e i tassi di cambio 2013 della BCE

Assestandosi i tassi di cambio 2013 della BCE allo 0,75%, la nostra moneta unica sembra riacquistare fiducia nei confronti di tutte le altre valute protagoniste del mercato.
Tra dicembre e gennaio, a tal proposito, l’Euro ha guadagnato lo 0,5% contro il Dollaro americano e il 6,5% nei confronti dello Yen giapponese. Buoni risultati, ovviamente, sono stati ottenuti anche verso le monete asiatiche, inglesi e svizzere, oltre che con quelle dell’Europa Centrale ed Orientale.

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