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La destinazione 8 per mille alla Chiesa Cattolica

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Non siamo ancora sotto scadenza ma siamo ad ogni modo in procinto di avvicinarci alla naturale scadenza di molte incombenze di natura fiscale. E stiamo facendo riferimento in primo luogo alla compilazione della dichiarazione dei redditi ma anche a tanti altri ambiti che prevedono il pagamento di imposte e tributi sia al livello nazionale che regionale. Stiamo facendo riferimento dunque al momento in cui si può parlare di 8 per mille e di destinazione 8 per mille alla Chiesa Cattolica.

La destinazione 8 per mille alla Chiesa Cattolica: le scelte

La prima considerazione che è opportuno fare quando si parla di destinazione 8 per mille alla Chiesa Cattolica è che la Chiesa Cattolica è solo una delle differenti destinazioni cui il contribuente del nostro Paese può destinare una quota del proprio gettito Irpef, quella, per l’appunto, pari all’8 per mille. Si tratta ad ogni modo di una scelta libera che prevede o la destinazione 8 per mille alla Chiesa Cattolica, o allo Stato a una a scelta tra tante altre confessioni religiose. Si tratta dunque di capire in primo luogo che la destinazione 8 per mille alla Chiesa Cattolica non rappresenta una tassa.

La destinazione 8 per mille alla Chiesa Cattolica: gli obiettivi

Quando si sceglie la destinazione 8 per mille alla Chiesa Cattolica, il proprio finanziamento finisce in un fondo comune i cui scopi vengono stabiliti di anno in anno dalla riunione ad hoc della Conferenza Episcopale Italiana che si tiene ogni anno nel mese di maggio. Fatto sta che la destinazione 8 per mille alla Chiesa Cattolica sarà in tutti i casi ripartita tra i tre obiettivi stabiliti dalla legge, vale a dire: le esigenze di culto o pastorali delle popolazione italiana, il sostentamento dei sacerdoti oppure gli interventi caritativi in Italia e in Paesi in via di sviluppo.

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