Cambiare per sopravvivere: il Giornalismo del futuro contro gli arcani del passato

Ben Thompson è uno degli opinionisti più interessanti sull’evoluzione della tecnologia anche in ambito sociale. In uno dei suoi articoli più recenti, ha dimostrato come il giornalismo moderno sia vittima del tradizionale modello di business basato sugli inserzionisti: in breve, basta infatti che questi ultimi trovino un prodotto più  convincente per condannare a morte il lavoro del giornalista.

Nel nuovo modello di giornalismo, basato sulla distribuzione dei contenuti in rete, è necessario sfruttare le potenzialità di siti web,  app e social per creazione e sviluppo del proprio marketing. Alla fine, il grosso della spesa editoriale è costituito proprio… dal giornalista e dai suoi proventi.

Ma come fare per monetizzare? Si può ovviamente proporre  dalla vendita degli spazi pubblicitari, che ricalca quel business oramai consolidato delle testate editoriali su carta, ed è in grado, con AdSense e simili, di generare introiti significativi. Ma il web offre infiniti contenuti -> infiniti spazi pubblicitari, studiati su misura dei consumatori, i cui dati vengono raccolti e studiati. Le informazioni cedute dei propri clienti  costituiscono il vero business del futuro.

Per guadagnare bene, un’idea sempre in voga è quella di fidelizzare un gruppo di lettori dedicati, creando un modello di tipo freemium che consente accesso gratuito ai contenuti, ma aree a pagamento, con articoli particolari, audiovisivi ed approfondimenti. Un’idea forse ancora troppo prematura per trovare consensi numerosi in Italia, la cui utenza sembra al momento restia a spendere per l’informazione online.

Con i nuovi modelli, la cosa più triste, è che il numero dei giornalisti potrebbe ridursi drasticamente. O, per lo meno, di giornalisti “tradizionali” come noi siamo abituati ad intendere. Il nuovo giornalista avrà competenze manageriali e saprà attuare un proprio piano di business, e soprattutto dovrà sapersi autopromuovere sulla rete. Sàrà probabilmente un esperto riconosciuto in una particolare nicchia di interesse, già connesso socialmente con i potenziali lettori.

I giornali tradizionali sono morti, nonostante siamo conosciuti, stimati e premiati in tutto il mondo. Non per colpa di internet, ma per non essere stati in grado di ridurre la distanza tra il produttore ed il consumatore della notizia, mantenendo uno standard consolidato e delle strutture arcaiche che vediamo da anni su  carta. Ed il futuro, che non sembra mai troppo roseo, sembra però consolidare la centralità dell’uomo giornalista-lettore, che sul web può scrivere, leggere  e pubblicare direttamente senza alcun vincolo.

 

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