Quando si affronta una successione ereditaria, il conto corrente cointestato è probabilmente uno dei casi più complicati che si possono incontrare. Nonostante la natura del conto condiviso possa far pensare a una gestione automatica più semplice, in realtà alla morte di uno degli intestatari si aprono una serie di implicazioni giuridico-fiscali da gestire bene.
Il conto corrente con più titolari, infatti, non sempre si comporta allo stesso modo in fase di successione: molto dipende dal tipo di firma (congiunta o disgiunta), dalle quote implicite o espresse tra i cointestatari e della presenza o meno di un testamento.
Sapere in che modo la quota del defunto sarà gestita dalla banca e come avviene il blocco (totale o parziale) del conto è importante per garantire che non ci siano equivoci tra gli eredi e che il patrimonio venga correttamente distribuito.
In questo articolo vedremo cosa succede alla morte di uno dei titolari di un conto cointestato, cosa prevede la legge italiana e quali sono i passi pratici da attuare per prevenire e far valere i propri diritti.
Cosa succede quando muore un cointestatario di un conto corrente?
Alla morte di uno dei cointestatari di un conto corrente, la banca è tenuta ad agire prontamente per bloccare, in tutto o in parte, l’operatività del conto. Ciò accade anche nel caso in cui le firme siano disgiunte, ovvero quando ciascun intestatario ha il diritto di operare sul conto in autonomia.
La giurisprudenza più aggiornata, tuttavia, ha chiarito che tale blocco, nel caso di firma disgiunta, non può riguardare l’intero saldo, ma solo la quota parte di spettanza del defunto.
In base all’art. 1854 del Codice Civile, salvo prova contraria, si presume che le somme depositate in un conto corrente cointestato appartengano per metà ai contitolari. Se un conto è cointestato a due persone ed una di queste dovesse venire a mancare, solo il 50% del saldo costituirà massa ereditaria e quindi sarà oggetto di successione.
Va specificato che il blocco parziale della quota di spettanza del defunto ha l’obiettivo di tutelare i futuri diritti degli eredi e garantire l’impiego delle somme in modo appropriato e conforme. L’altra parte, che spetta al contitolare/cliente superstite, è solitamente disponibile, nonostante ci possano essere situazioni nelle quali la banca decide di bloccare l’intera operatività fino a quando non viene presentata la documentazione della successione.
Al momento della successione la banca richiederà tutta la documentazione (certificato di morte, dichiarazione di successione, eventuale testamento, atto notorio o dichiarazione sostitutiva) per poter sbloccare la quota. Se gli eredi non sono in accordo la procedura può allungarsi e rendere difficile la liquidazione.
Successione conto corrente cointestato: come procedere e ripartizione
Quando si gestisce la successione del conto cointestato è importante capire che il trattamento della quota appartenente al defunto fa parte del patrimonio ereditario e deve essere gestito in conformità alle norme in vigore.
L’Agenzia delle Entrate, in linea con quanto previsto dalla normativa fiscale italiana richiede la presentazione della dichiarazione di successione quando il patrimonio del defunto supera determinate soglie di esenzione, o comunque quando è necessario il trasferimento di beni registrati, come i rapporti bancari.
La gestione della successione in presenza di un conto cointestato prevede generalmente questi passaggi:
- Comunicazione del decesso alla banca, che procederà al blocco della quota di competenza del defunto.
- Presentazione di tutta la documentazione necessaria, inclusa la dichiarazione di successione e gli atti di notorietà o documenti equipollenti.
- Verifica, da parte dell’istituto bancario, delle quote ereditarie e delle disposizioni testamentarie, se presenti.
- Sblocco e suddivisione della quota del defunto tra gli eredi, secondo quanto stabilito dalla legge o dal testamento.
Va precisato che in presenza di più eredi, la banca richiede l’accordo tra tutti per effettuare lo sblocco della quota ereditabile. Se anche uno solo degli eredi si oppone o non è reperibile, la procedura si complica. Inoltre, la liquidazione può avvenire tramite bonifici diretti sui conti personali degli eredi oppure mediante l’apertura di un conto intestato congiuntamente agli eredi, in attesa della divisione definitiva.
Infine, bisogna distinguere tra conti con firma congiunta, dove ogni operazione richiede l’autorizzazione di tutti gli intestatari (e quindi il blocco dell’intero conto è giustificato), e conti con firma disgiunta, dove, come già indicato, è possibile richiedere lo sblocco della parte non ereditabile anche prima della conclusione della successione.
Considerazioni fiscali e legali: cosa tenere presente
Dal punto di vista fiscale, i fondi appartenenti alla quota del defunto sono soggetti a imposta di successione, la cui entità varia a seconda del grado di parentela tra il defunto e gli eredi.
Attualmente, l’imposta è pari al 4% per i parenti in linea retta oltre una franchigia di 1 milione di euro per ciascun beneficiario; sale all’8% per gli altri soggetti senza franchigia. È sempre consigliabile fare riferimento a un commercialista o a un notaio per valutare con esattezza le imposte dovute e gli eventuali obblighi dichiarativi.
Inoltre, va tenuto presente che se i fondi presenti sul conto derivano in realtà da versamenti effettuati solo dal defunto, e la cointestazione era meramente “formale”, gli eredi possono contestare la presunta ripartizione 50/50, chiedendo una verifica patrimoniale più approfondita. Questo accade frequentemente nei casi in cui un genitore cointesta un conto con un figlio solo per semplificare la gestione quotidiana, ma conserva la piena proprietà delle somme.
In questi casi, è possibile che la parte spettante agli altri eredi venga rivalutata, con conseguente rettifica della divisione dei fondi. La banca, tuttavia, non entra nel merito di queste dispute: il suo ruolo è solo esecutivo. Per eventuali contestazioni o richieste di rimodulazione delle quote, è necessario un intervento legale, eventualmente anche attraverso il tribunale.