Nella giornata di lunedì, dopo le dimissioni del premier uscente Silvio Berlusconi, e l’avvento di Mario Monti alla guida di un’ esecutivo tecnico, si attendeva con ansia la risposta dei mercati. La chiusura di Piazza Affari non fa presagire nulla di buono per il nostro paese visto che l’indice di borsa ha chiuso con un pesante negativo ( alla fine l’ftse mib chiude in rosso di circa 2 punti percentuali) ed anche lo spread torna sino a livello 500 e dintorni.
Inoltre oltre ai rendimenti crescenti per i btp italiani occorre registrare una netta flessione nell’acquisto di titoli italiani da parte della Banca centrale europea. Infatti nella settimana in cui il rendimento dei btp italiani ha sfondato quota 7 per cento, un livello di allarme che già si era registrato per paesi come Grecia, Irlanda e Portogallo, la Bce ha acquistato titoli per circa 9 miliardi di euro. Nella settimana successiva il livello di acquisto si è praticamente dimezzato fermando intorno ai 4,5 miliardi di euro.
Piazza Affari è invece partita con il piede giusto ma ben presto gli indici azionari hanno virato in negativo confermando che l’effetto Monti sui mercati si è ben presto esaurito. Molto probabilmente i mercati hanno metabolizzato il cambio di governo sia italiano che greco e si sono concentrati sugli affanni che coinvolgono altri paesi dell’eurozona. Infatti sebbene siano conosciute le difficoltà di paesi come Grecia ed Italia giunge del tutto inaspettata la notizia che la Francia potrebbe perdere la tripla A in termini di affidabilità e tenuta del debito. Anche la Spagna ha continuato a registrare record di differenziale di spread tra obbligazioni spagnole e bund tedeschi ( di è raggiunto il livello record di 422 punti ) ed anche i bonos spagnoli hanno sfondato il livello ri rendimento del 6 per cento annuale. Negativo anche il superindice Ocse tedesco ( meno 1,3 per cento) e italiano ( meno 1 per cento).