Pil Italia 2012

Pil Italia 2012Pil Italia 2012: rappresenta il reddito dello stato ed oggi è tornato oggetto di discussione quando parliamo di Economia e di crisi economica. Il Pil Italia 2012 è sceso, rispetto al 2011, dell’1,6% in tre mesi. Un risultato che fa paura agli italiani, che devono affrontare spese legate alle tasse e ai rincari nei propri consumi (che rappresentano l’Economia spicciola) per permettere allo stato di uscire dalla crisi economica una volta superato lo spettro del default. Sicuramente il dato è incisivo ed ha un solo significato per l’Economia e per gli italiani: il Pil Italia 2012 mette lo stato in recessione.

Pil Italia 2012: è recessione

Come siamo arrivati alla recessione e, soprattutto, cosa significa nel Pil Italia 2012? Anzitutto, per recessione si intende quel fenomeno in Economia per cui la produzione industriale e la relativa vendita di prodotti non crescono. In Economia spicciola, significa che gli italiani avranno più spese e guadagneranno di meno, per lo stato significa diventare meno appetibili in termini di investimenti italiani e non, un calo ulteriore dell’occupazione degli italiani, un  rincaro dei consumi, ecc. Come siamo arrivati a questo punto del Pil Italia 2012? E’ arrivata la crisi economica, gli italiani hanno ridotto i consumi, le aziende hanno dovuto chiudere o riconvertirsi, così molti italiani hanno perso il proprio posto di lavoro. Risultato? Recessione e Pil Italia 2012 ridotto: come se ne esce? Solamente con una politica di sostegno alla crescita in fatto di Economia: peccato che al momento vediamo solo tasse e consumi italiani a caro prezzo, soprattutto in fatto di energia.

Il calcolo sul Pil Italia 2012

Il calcolo sul Pil Italia 2012 non viene dall’Istat, che resta uno degli enti italiani, ma viene dall’internazionale Ocse, che punta il dito sull’Economia italiana. Non ci resta che aspettare che la crisi economica passi e che il Pil Italia 2012 cresca un po’: ricordiamoci che non ci vorrà la bacchetta magica, ma una politica seria in fatto di Economia e soprattutto tante tasse per gli italiani.

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