Evasione fiscale di aziende all’estero, sotto esame i francesi di Smartbox: bufala o realtà?

Può un Social Media o la presenza di notizie sul web influenzare a gran voce l’opinione pubblica, così da imporre l’intervento delle autorità? E’ già successo, in passato, che alcune vicende vengano rese pubbliche, commentate e condivise da utenti su Social e siti di informazione, portando alla luce delle vicende poco conosciute. A volte, si è trattato semplicemente di bufale o di casi di diffamazione; in altre congiunture, si è trattato invece di realtà che sono venute alla luce.
L’argomento di oggi, già ampiamente presente su Facebook, Twitter e su diversi blog italiani, riguarda la vicenda inerente i francesi di Smartbox, azienda famosa per proporre cofanetti e idee regalo, disponibile spesso nelle diverse librerie italiane. La società, che di fatto opera mediante una società irlandese, può essere inquadrata, a livello fiscale, nelle aziende con stabile organizzazione all’estero che vendono prodotti in Italia. Secondo la normativa dell’Iva Intracomunitaria, in relazione alla vendita di merci all’interno dell’Unione Europea, se l’azienda vende a società italiane (es: Mondadori) di fatto non deve fatturare l’Iva, che viene assolta dal venditore italiano. Al contrario, per la vendita diretta a soggetti privi di partita iva, deve versare l’aliquota in vigore nel proprio paese. Tuttavia, secondo alcuni giornali esteri e diversi articoli che girano su internet, a carico della Smartbox sarebbero state riscontrate in Italia gravi violazioni finanziarie, per circa 105 milioni di euro, che potrebbero essere in realtà ancora più grandi, in quanto, come precisa l’articolo, non sarebbe stato possibile accedere ai dati inerenti l’intero fatturato della società.

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Tutti gli approfondimenti del caso sono disponibili, per il consulto su activism.com, che di fatto costituisce una vera e propria petizione per richiedere un controllo sulla presunta evasione della società francese. Pur esplicitamente dissociandoci dall’idea di fornire informazioni senza fonti attendibili, è il caso comunque, data la popolarità che sta ottenendo, che il fatto venga confermato o smentito. Perché, dopotutto, chi legge e paga le tasse deve avere il diritto di sapere che la normativa fiscale sia equa per tutti. Ed è importante, in primis, regolarizzare al meglio i rapporti economici con aziende che non hanno sede effettiva in Italia, i cui rapporti economici ed il conseguente assolvimento delle imposte vengono spesso resi più confusi dal detenere l’organizzazione all’estero.

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