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Confindustria: con la manovra di ferragosto pressione fiscale insostenibile

manovraLa manovra di ferragosto ha finalmente completato il suo iter parlamentare ed adesso, dopo 24 ore dalla pubblicazione ufficiale, le norme contenute all’interno della legge saranno immediatamente applicabili.

Tuttavia l’introduzione del contributo di solidarietà per i lavoratori che guadagnano più di 300.00 euro all’anno e l’aumento di un punto percentuale iva , producono diverse lamentele da parte delle parti sociali. In particolare CONFINDUSTRIA lamenta che la manovra apporta troppe tasse e non pone le condizioni effettive per un rilancio economico.

Secondo il centro studi di CONFINDUSTRIA l’anno prossimo sarà un’ anno record per la pressione fiscale, a dimostrazione che le norme introdotte riguardano più che altro l’introduzione di nuove tasse più che reali tagli di spesa. Pertanto dal 42,8 per cento dell’anno in corso, si passerà al 44,1 per cento del pil nel 2012. Viene quindi superato il record raggiunto nel 1997 quando la pressione fiscale arrivò al 43,7 per cento del pil. Tuttavia l’associazione degli industriali lancia un’ allarme, che riguarda la produzione industriale che non riesce a decollare. I consumi sono al palo, gli investimenti purtroppo non riescono ad aumentare, visto anche il periodo infelice, attuale e la disoccupazione continua a non diminuire. Le stime di crescita sono riviste al ribasso secondo il centro studi, che prevede per quest’anno un’ aumento dello 0,7 per cento del pil e nel 2012 una crescita dello 0,2 per cento.

Dati che comunque sono stati ridotti, visto che le previsioni iniziali prevedevano una crescita dello 0,9 per cento quest’ anno ed un’ aumento dell’ 1,1 per cento l’anno successivo. I dati di crescita, e la conseguente riduzione del pil, sono confermati anche dal centro studi della commissione europea che prevede un’ aumento del pil all’interno dell’ eurozona di 1,6 punti percentuali. LA locomotiva degli stati europei sarà ,come quasi sempre accade, la Germania che vedrà una crescita del 2,9 per cento del pil, mentre il fanalino di coda sarà proprio l’Italia. Tra i maggiori problemi che il nostro paese dovrà affrontare, secondo la commissione europea, vi è proprio quello inerente una scarsa elasticità del mercato del lavoro e l’aumento dei prezzi che potrebbero danneggiare la crescita economica.

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Inoltre l’Italia deve affrontare un’ aumento dei costi di finanziamento delle imprese, che potrebbe riflettersi in un aumento dei prezzi anche al dettaglio. Quindi i problemi del mercato del lavoro sono una priorità non solo per i rappresentanti di CONFINDUSTRIA ma anche per il commissario agli affari economici europei Olli Rehn, che ribadisce come le inefficienze del sistema alla fine si traducano in un aumento dei costi ed in una perdita di produttività. Purtroppo al riguardo le statistiche effettuate dall’ Ocse sono però impietose: Circa il 28 per cento dei giovani italiani è senza lavoro, ed anche chi c’è l’ha deve fare i conti con il precariato.

Guardando i numeri infatti si nota come la fascia dei 15-24 anni sia la più penalizzata, con un’ aumento significativo nel periodo 2007 – 2010. Infatti tale dato è balzato dal 20,3 per cento del 2007 al 27,4 per cento del 2010, un’ aumento significativo, così come in aumento è la quota dei precari, con il raggiungimento di quota 6,7 per cento nel 2010. Le ricette proposte dal presidente di CONFINDUSTRIA al riguardo sono un mix di interventi che dovrebbero rappresentare una terapia d’urto per il nostro paese che stenta a crescere. Infatti si dovrebbero attuare numerose riforme, che fanno da quella che riguarda lo spending review dei costi sanitari a quella dell’ attuazione delle liberalizzazioni in numerosi settori (azione che produrrebbe un risparmio dei costi notevoli, quantificato in oltre 10 miliardi di euro). In questo modo il pil beneficerebbe di un aumento di 1,5 punti percentuali nel 2012 e di un punto percentuale nel 2013.

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