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La tassa sulle bibite gassate e zuccherate

tassa sulle bibite gassate e zuccherate

Quella relativa alla tassa sulle bibite gassate e zuccherate in Italia è senza dubbio una delle notizie più passate e chiacchierate in questi giorni dai media e dai mezzi di comunicazione nazionali.
L’attuale Ministro della Salute Renato Balduzzi, infatti, presenterà al Consiglio dei Ministri che si terrà già il prossimo venerdì un decreto inerente proprio a un determinato aumento dei prezzo di alcolici e analcolici il cui livello di zuccheri ed edulcoranti superi una certa soglia stabilita.
Come era ben prevedibile, tale notizia è stata accolta in maniera piuttosto veemente da alcune fazioni politiche (il PDL in testa) e da una parte dell’opinione pubblica che, ovviamente si è divisa.
Ma prima di esprimere eventuali altri giudizi, vediamo qui, di seguito in questo articolo, tutto quello che c’è da sapere in merito alla tassa sulle bibite gassate e zuccherate che il nostro Governo sta seriamente prendendo in considerazione proprio in questi giorni.

In cosa consiste esattamente la tassa sulle bibite gassate e zuccherate!

Per l’esattezza, la bozza del decreto relativo alla tassa sulle bibite gassate e zuccherate firmata Balduzzi prevede il versamento di un contributo straordinario da parte dei produttori di bevande con zuccheri aggiunti ed edulcoranti pari a 50 euro per ogni 100 litri di superalcolici e a 7,16 euro per ogni 100 l di analcolici messi in vendita.
Se l’opinione pubblica lamenta l’ennesimo innalzamento dei prezzi decretato dal nostro Governo, i partiti politici esprimono un dissenso decisamente molto determinato.

Leggi  La legge 241/90 aggiornata in PDF

Le reazioni alla tassa sulle bibite gassate e zuccherate

Per il PDL, in primis, la tassa sulle bibite gassate e zuccherate è addirittura demenziale. Maurizio Fugatti della Lega Nord, invece, ironizza dicendo che la prossima cosa ad essere tassata dal Governo di Mario Monti sarà l’aria che respiriamo. Maurizio Gasparri, ancora, definisce l’imposta un modo per togliere soldi alle famiglie, anziché un provvedimento volto a salvaguardare e a tutelare la salute.

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