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Cosa dice la legge fallimentare

legge fallimentare

La situazione economico-lavorativa che il nostro Paese sta attraversando negli ultimi tempi non è senz’altro semplice. Trentuno, infatti, risultano essere secondo le indagini le aziende che ogni giorno chiudono i battenti o dichiarano fallimento. Migliaia, di conseguenza, le persone che più o meno improvvisamente perdono il lavoro e la certezza di un futuro dignitoso.
Nell’ordinamento giuridico italiano, il fallimento è quella situazione per cui un imprenditore si ritrova a vivere a un certo punto un grave e accertato stato di insolvenza, tale da costringerlo a cessare l’attività lavorativa.
La legge fallimentare (o regio decreto legge) del 16 marzo 1942, n. 167  più successive modifiche, ne regolamenta le modalità di procedura.
Ma poiché una nuova versione della legge fallimentare è stata di recente promulgata, vediamo di seguito, in questo articolo, in cosa essa consista e da quali termini sia costituita.

Il regio decreto legge del 16 Marzo 1942 e la legge fallimentare 2012

Per leggere il testo integrale del regio decreto legge del 16 Marzo 1942 cui abbiamo poc’anzi accennato, è possibile consultare il sito cui rimanda il link sottostante:

http://www.procedure.it/content.aspx?p=0058

Per quanto riguarda invece quelli che sono i nuovi aggiornamenti relativi alla legge fallimentare, potete consultare il seguente e-book:

http://avvocatostella.com/wp-content/uploads/2012/01/Legge-Fallimentare-E-BOOK.pdf

 I passaggi più importanti della legge fallimentare

Sommariamente, affinché si possa dichiarare il fallimento di un soggetto, devono coesistere due presupposti: l’imprenditore deve esercitare un’attività commerciale e su di lui deve gravare un manifesto stato d’insolvenza. Partendo da tali concetti, la legge fallimentare disciplina e descrive il momento in cui l’impresa percepisce l’effettiva gravità della crisi, gli eventuali tentativi di da compiere per il salvataggio, la situazione di inevitabile fallimento e tutte quelle che risultano essere le successive procedure concorsuali.
Le varie modifiche apportate nel corso degli anni alla legge fallimentare hanno fatto sì che si verificasse un sostanziale cambiamento delle finalità della legge stessa. Se un tempo, infatti, essa era finalizzata semplicemente all’espulsione dell’imprenditore insolvente e alla liquidazione del suo patrimonio, dal 2006, nonostante il fallimento, per l’impresa può essere prevista la prosecuzione dell’attività tramite trasferimento o affitto dell’impresa stessa.
Inoltre, specifici accordi tra imprenditore e creditori possono determinare il superamento della crisi e agevolare la ristrutturazione e il proseguimento dell’attività (wikipedia.org).

Leggi  Rimborso IMU, sarà vero?

 

 

 

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