L’Europa nell’incubo della deflazione

Cos’è effettivamente la deflazione? E’ un bene o un male per l’economia del Paese ed, effettivamente, per le nostre tasche? E’ un discorso che, mai come oggi, tende ad essere attuale, in virtù della situazione economica spagnola. Dati Istat alla mano, la discesa dei prezzi al consumo è scesa dello 0,2 punti percentuale rispetto ai dati del mese di marzo 2013. Quando le variazioni annuali in negativo iniziano ad essere sempre più frequenti, il fenomeno della deflazione inizia a prendere piede in maniera più marcata.

La deflazione, al contrario dell’inflazione, indica di fatto una discesa dei prezzi. Un fenomeno estremamente positivo, molti potrebbero commentare, in particolar modo per i dipendenti e i pensionati che vedono nella deflazione la possibilità di aumentare il proprio potere di acquisto. In realtà, il fenomeno è molto più complesso e preoccupante: in generale, si ha una discesa dei prezzi quando ad esempio, la produzione è stata abbondante o c’è maggiore concorrenza: in questi casi ne giova sia il consumatore quando l’economia locale. Nella deflazione, la discesa dei prezzi al consumo dipende sostanzialmente dalla riduzione dei consumi. Ne consegue che l’economia diventa “stagnante” e tende a regredire, rendendo più vicino lo spettro della recessione. Non a caso, tra gli ultimi casi di recessione che la cronaca rammenta possiamo annoverare la difficile situazione spagnola del 2009 o, storicamente, quella del Giappone dei primi anni del nuovo millennsio, quando la Banca Centrale, per ffavorire la liquidità circolante, fu costretta a mantenere un interesse dello 0%.

Per l’Italia, valgono i discorsi che i nostri politici continuano a proporci da tempo, senza però riuscire ad attuare alcuna misura. Le riforme che l’Europa ci richiede proseguono troppo a rilento e prove di una programmazione a medio-lungo termine che dovrebbe offrire agli investitori garanzie sulla stabilità del Paese. E anche per noi, come per altri Paesi dell’Unione, la deflazione è alle porte.

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