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L’imposta di bollo per i conti deposito

imposta di bollo per i conti deposito

Importanti novità per quanto riguarda l’imposta di bollo per i conti deposito

In un precedente articolo, pubblicato tra le pagine di questo blog poco più di un mese fa, ci riferimmo ai conti correnti e ci soffermammo ad introdurre l’importante argomento il cui discorso riprendiamo quest’oggi (cliccate qui per essere rimandati al post in questione o continuate a leggere per sapere dell’imposta di bollo per i conti deposito).

Già in quella sede, lo ricordiamo, vi annunciammo che, relativamente all’imposta di bollo (prevista per giacenze a partire dai 5.000 euro), “gli italiani non dovranno più preoccuparsi di pagare tale quota e, di conseguenza, beneficeranno di una tassazione sui conti correnti certamente più propizia e vantaggiosa”.

Quanto appena descritto, ci teniamo a precisarlo, riguarda i conti correnti con giacenze al di sotto dei 17.000 euro e vale, ovviamente, anche per quanto riguarda l’imposta di bollo per i conti deposito.

Tutto ciò che c’è da sapere in merito all’imposta di bollo per i conti deposito

Novità nella novità, cambia anche l’aliquota relativa, non più pari all’1,5 per mille ma bensì al 2 per mille. Un piccolo incremento, il cui gioco vale però la candela.

A tal proposito, infatti, per quanto più alta si presenti l’aliquota, i piccoli risparmiatori andranno comunque a beneficiare dell’assenza dell’imposta di bollo per i conti deposito.

Leggi  Individuare l'ammontare del reddito dominicale

Una buona notizia, è il caso di dirlo, in un periodo economico fatto di tanti pagamenti e, ahimé, di un bel numero di imposte.

Ma continuate a leggere per maggior chiarezza sull’imposta di bollo per i conti deposito.

Riassumiamo: aumenta l’aliquota (dall’1,5 al 2 per mille) ma scompare l’imposta di bollo per i conti deposito

Riassumendo, la Legge di Stabilità 2014 ha decretato la scomparsa dell’imposta di bollo per i conti deposito (imposta pari a ben 34,20 e valida per giacenze al di sotto del 17.000 euro).

Al tempo stesso, l’aliquota relativa passa dallo 0,15% al 0,2%, ma ciò non andrà certamente a compromettere l’opportunità di risparmio prevista per gli investitori.

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