Tra i numerosi ed importantissimi cambiamenti che caratterizzano il decreto Bersani bis, figura senza dubbio la possibilità di recesso da un determinato contratto di telefonia fissa (per il quale risultano aboliti anche gli onerosi costi di ricarica).
Precisamente, sul recesso per la legge Bersani sulla telefonia fissa, l’Agcom ha precisato che è assolutamente “vietata la previsione di termini temporali massimi di utilizzo del traffico o del servizio acquistato. Ogni eventuale clausola difforme è nulla e non comporta la nullità del contratto, fatti salvi i vincoli di durata di eventuali offerte promozionali comportanti prezzi più favorevoli per il consumatore”.
Rispetto della possibilità di recesso per la legge Bersani sulla telefonia fissa
Come si evince da quanto detto sopra, si sentano dunque scoraggiati tutti quei gestori telefonici che non intendono rispettare la possibilità di recesso per la legge Bersani sulla telefonia fissa (o che usano frappore fra essa e il consumatore una distanza burocratica troppo elevata): la legge parla chiaro. Nessun vincolo temporale è giustificato qualora l’utente voglia recedere dal contratto! Tutte le infrazioni, del resto, saranno severamente sanzionate (art. 98 del codice delle comunicazioni elettroniche, decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 259, come modificato dall’articolo 2, comma 136, decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, modificato dalla legge 24 novembre 2006, n. 286).
Tutto sulla possibilità di recesso per la legge Bersani sulla telefonia fissa
Inoltre, sempre in merito alla possibilità di recesso per la legge Bersani sulla telefonia fissa, il consumatore potrà in qualunque momento passare ad un altro gestore telefonico senza dover subire ritardi o trovare ostacoli da parte dell’utenza di partenza. Vietati anche ogni tipo di spesa o particolare preavviso.
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