La previsione tasso BCE 2012

previsione tasso BCE 2012La previsione tasso BCE 2012 è una previsione sull’andamento dell’Economia in europa e del Mercato finanziario internazionale. In tempi di crisi economica, Draghi, da neo-presidente della BCE, aveva abbassato il tasso di interesse della banca, ma questo non era bastato per fermare la brusca impennata del Mercato e per frenare l’acquisto dei titoli di stato italiani. Da questo punto di vista, la BCE si aspetta molto dalle decisioni prese dagli italiani e dal nostro stato, alle prese tra Ici e patrimoniale. Qual è la previsione tasso BCE 2012 più accreditata dal Mercato e dall’Economia internazionale?

Cosa ci riserva la previsione tasso BCE 2012

La previsione tasso BCE 2012 è apparsa chiara sin da subito, ancor prima che alla BCE ci fosse Draghi, che aveva dato fiducia agli italiani per molto tempo come governatore della Banca d’Italia, la quale aveva retto nonostante gli scandali che l’avevano condotta. In generale, ogni banca italiana è stata garantita da Draghi, che, una volta entrato alla BCE, aveva subito chiarito le sue intenzioni in europa e aveva dato una scossa al Mercato diminuendo il tasso di interesse applicato dalla banca e continuando ad acquistare i titoli di stato italiani. Bene, secondo la previsione tasso BCE 2012 il tasso di interesse applicato sui titoli acquistati da parte della banca sarà dell’1%, rispetto all’1,25% applicato prima della riunione dell’europa a dicembre. Quello 0,25% di interesse ci costa carissimo, perché significa che gli italiani riceveranno meno sui loro titoli acquistati dall’Europa. Uno 0,25% che vale diversi milioni di euro che, in tempi di crisi finanziaria come questa, rappresentano un problema serio all’Economia italiana e non.

La previsione tasso BCE 2012: le prime anticipazioni

La previsione tasso BCE 2012 è in realtà un’anticipazione sulla riunione dell’UE che avverrà questo mese. In realtà, la BCE di Draghi potrebbe anche decidere di rimanere con l’interesse dell’1,25%, in riferimento al Mercato internazionale. Quello che è certo è che gli altri stati dell’Europa non sono più disposti a sostenere i nostri titoli di stato ancora a lungo e pretendono risposte concrete dal nostro stato.

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